In maniera ancora rilevante indubbiamente, ma bisogna analizzare quanto incidono i veicoli e quali sono gli altri responsabili.
Per scoprire quanto il traffico odierno, composto da veicolo più o meno moderni, incida effettivamente sul livello di smog la scelta è quella di affidarsi all’ARPA e analizzare i suoi dati. Sono molti le informazioni raccolte da questo ente pubblico e successivamente analizzate con l’aiuto di chimici, biologi e fisici.
Una delle principali molecole riscontrare è quella del particolato, ovvero le più note polveri sottili. Queste particelle, conosciute anche come PM10, ovvero dal diametro non superiore ai 10 micron, hanno un’origine primaria ed una secondaria. Quella primaria è il risultato diretto di una combustione, come quella di un motore a scoppio oppure come quella di una stufa o di un caminetto funzionante. Le PM10 secondarie invece si generano a seguito di reazioni chimiche spontanee tra differenti sostanze che si combinano nell’atmosfera. Anche l’ammoniaca, combinata con alcuni derivati degli ossidi di azoto, può originare delle PM10 secondarie.
Sono proprio gli ossidi di azoto, genericamente identificati come NOx e suddivisi principalmente tra monossido di azoto e biossido di azoto, a rappresentare molecole inquinanti. Come per il particolato anche questi ossidi di azoto hanno origini diverse: il monossido è il risultato di combustioni, mentre il biossido nasce da reazioni chimiche.
Cosa comportano questi elementi?
Gli studi effettuati hanno dimostrato come alte concentrazioni di biossido di azoto (No2) possano portare a serie complicazioni al sistema cardio respiratorio. L’ammoniaca invece, come già detto, porta alla creazione di particolato secondario comportando un acidificazione dell’atmosfera ed inficia gravemente le falde acquifere. In generale lo smog fotochimico che si crea comporta un impatto ambientale sulla salute, sulla visibilità, sul clima e sulla contaminazione del suolo. Il traffico di mezzi ha una responsabilità indiscussa nella produzione delle sostanze inquinanti e in generale il trasporto su gomma contribuisce alla creazione di smog, tanto in prossimità di arterie ad alta densità di traffico quanto nei centri urbani.
Stando però alle rilevazioni dell’ARPA c’è un altro importante fattore che contribuisce alla creazione di smog, ovvero il settore agricolo. Ovviamente questo non assolve il traffico dalle sue responsabilità, però è il principale artefice nella creazione del 95% dell’ammoniaca presente nell’atmosfera, con una conseguente e pesante creazione di polveri sottili. Quest’ultima deriva per la sua quasi totalità dalle massive concentrazioni di capi di bestiame che alle volte superano diverse migliaia di animali per singolo capannone. Questo non può che comportare una massiccia creazione di materiali e liquami che diventano altamente inquinanti se non trattati con tecniche di smaltimento moderne ed efficienti.
Con questa consapevolezza è innegabile che i veicoli non siano i soli ed unici responsabili per lo smog, ma è altrettanto vero che in ambito automobilisti, e in più generale in quello riguardante i trasporti, gli sforzi tecnologici per ridurre l’impatto ambientale dei mezzi è stato importante e lo sarà sempre di più nel futuro.